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«Molti sono coloro che scrivono poesie e lo fanno per lo più per una sorta di bisogno terapeutico o per una irrefrenabile esigenza di esprimersi, oppure con l'intento di creare qualcosa di duraturo. Esercizio privato nel dare una veste esteticamente suggestiva ai propri pensieri. Poesie che vivono all'interno dei confini del proprio ambito familiare. Ma poi ci sono i poeti che riescono a valicare questo muro con una produzione di poesie che innescano emozioni e consensi tali da generare nei lettori piacere estetico e plurime ipotesi interpretative. È allora che chi scrive poesie sente il bisogno di pubblicarle, di renderle fruibili e di consegnarle alla dignità della stampa. Come nel caso di Stefania Cobelli che esordisce con un'ampia raccolta, "Pensieri a ritroso", volume che raccoglie poesie che vanno dagli anni giovanili fino ai giorni nostri. Si presenta al pubblico con la consapevolezza di offrire al lettore un lavoro ben strutturato e valido.